I problemi di acidità e bruciore di stomaco sono il pane quotidiano, purtroppo per molte persone, che non riescono a risolvere facilmente.
Essendo problematiche non di poco conto, cui si ricollegano molti altri sintomi, ci si domanda spesso se esistano o meno metodi non troppo invasivi o che non si fondano sulla cura farmacologica.
Facilmente viene da pensare che in un contesto clinico generale, la fisioterapia sia efficace solo ai fini riabilitativi per lesioni ortopediche o dolori muscolari. In molti infatti ignorano che si tratti di una disciplina molto versatile in grado di fronteggiare anche il trattamento di alcuni problemi legati ai visceri.
I professionisti della postura e della terapia manuale possono infatti offrire delle soluzioni benefiche per combattere i problemi gastrici senza ricorrere ad interventi chirurgici o a terapie basate su compresse e pillole di ogni genere o specie.
Spesso si sottovaluta la problematica curandosi senza consultare un medico, con l’utilizzo di farmaci antiacido che solitamente gestiscono solamente la sintomatologia; al contrario, è di fondamentale importanza valutare la cause del disturbo, perché sebbene nelle fasi iniziali possa non essere una problematica di grosso conto, col tempo può portare a grossi disturbi alla mucosa dell’esofago, andando a compromettere in modo grave la qualità di vita delle persone.
Generalmente la causa più frequente è la diminuzione di continenza del cardias, uno sfintere posto tra esofago e stomaco che impedisce la risalita del cibo digerito. Un’altra causa è l’ernia iatale che sostanzialmente è uno scivolamento della parte più alta dello stomaco attraverso il diaframma.
Il primo passo che devi adottare una volta avuta la diagnosi è quello di concentrarsi nel migliorare l’alimentazione, cercando di evitare quei cibi che stimolano o peggiorano l’acidità a livello gastrico. Importante è anche il controllo del peso.
Dove agisce la fisioterapia?
Il reflusso ha una importante correlazione con le caratteristiche anatomica del paziente, dalla postura alla funzionalità diaframmatica, che influenza l’azione del cardias, la valvola tra esofago e stomaco.
Una tensione del muscolo diaframma può compromettere la funzionalità di questa valvola. Dagli studi effettuati su pazienti si evince come una particolare zona del diaframma abbia proprio l’obiettivo di gestire l’eventuale reflusso gastro-esofageo.
Il fisioterapista o l’osteopata possono lavorare sulla respirazione, sul diaframma e sulla postura, andando ad influenzare quei fattori che possono compromettere una normale funzionalità del cardias. Il trattamento consiste in una parte di terapia manuale e una di riabilitazione posturale , dove si andranno ad insegnare anche esercizi terapeutici in modo che il paziente diventi autonomo nel tenere sotto controllo la problematica .