La meniscectomia parziale è il trattamento comune delle lesioni meniscali; è noto che le alterazioni meccaniche successive alla meniscectomia danno inizio ad un’artrosi indotta meccanicamente.
La misurazione della pressione di contatto sulla cartilagine articolare nelle ginocchia non si modifica con menischi riparati chirurgicamente e parzialmente resecati (limitatamente alla regione avascolare).
La meniscectomia parziale può essere un trattamento alternativo praticabile per le lesioni in sede avascolare senza che si determinino alterazioni meccaniche significative.
Il miglioramento delle tecniche di riparazione artroscopica del menisco: inside-out, outside-in, all-inside, hanno portato a trattare lesioni meniscali una volta ritenute irreparabili, come le rotture alla radice e le rotture orizzontali con risultati molto promettenti.
Tecniche ancor più recenti hanno consentito di affrontare il dolore al ginocchio post meniscectomia con la sostituzione del tessuto perduto mediante scaffold (menisco artificiale) o alloinnesto (menisco di banca dei tessuti) permettendo di ripristinare la funzione e ridurre i processi degenerativi.
Il menisco ha un effetto condroprotettivo e i trapianti meniscali hanno evidenziato in risonanza magnetica e radiograficamente un’interruzione del processo degenerativo mentre i second look artroscopici ne hanno mostrato una buona integrazione.
Uno studio di meta-analisi differenziale tra i due scaffold (Menischi artificiali) CMI (collagene) e Actifit (polioretano) hanno dimostrato un tasso di fallimento del 7% nel CMI e del 9% e nel gruppo Actifit, una completa integrazione dopo 8 anni.